THE FUTURE OF MANAGEMENT

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3 competenze per la Digital Transformation imprescindibili nel 2021

digital transformation competenze
06 Mag 2021

Se hai deciso di leggere questo articolo, sai già che il fenomeno della Digital Transformation non implica semplicemente l’integrazione delle più recenti tecnologie digitali in tutti gli aspetti del quotidiano. La trasformazione digitale presuppone un cambio totale di approccio al mondo che ci circonda, che diventa giorno dopo giorno più fluido, imprevedibile e veloce. In altre parole, per chi ama vedere il bicchiere mezzo pieno, lo scenario attuale è ancora più ricco di possibilità. Il che anche equivale, solo per gli individui e le organizzazioni con le giuste competenze, a un aumento delle opportunità di avere successo. 

Digital transformation e competenze, molto più di una lista di tecnologie  

Sei impaziente, i tempi lo impongono: quali sono le competenze per vincere le sfide della Digital Transformation? È obbligatorio fare prima un passo indietro. Quello che serve è acquisire una nuova mentalità, un digital mindset. L’obiettivo è non solo quello di riconoscere e utilizzare le ultime tecnologie – dal Machine Learning all’Internet of Things, dal Digital Twin ai cobot – ma anche di immaginarne applicazioni inedite e, infine, estrarne il massimo valore per sé e per la propria impresa. 

Ecco perché le competenze imprescindibili per la Digital Transformation nel 2021 (e oltre) non si limitano a una mera lista di tecnologie. A prescindere dal contesto di partenza, i professionisti vincenti saranno quelli capaci di reinterpretare l’attualità in chiave creativa per porre i mattoni del futuro. Imparare a farlo, naturalmente, è possibile. 

3 competenze per la digital transformation che servono subito  

È il momento di ricompensare la tua curiosità. Ecco tre competenze per la Digital Transformation che servono subito a identificare, gestire e reinterpretare a proprio vantaggio i cambiamenti in atto. Parliamo qui di conoscenze da cui potrai trarre beneficio a prescindere dal settore di provenienza o dalla posizione professionale che ricopri. Perché nessuno è immune dalla rivoluzione in corso e, soprattutto, nessuno può esserne escluso. 

  1. Disruptive innovation  

Il termine “disruptive” è stato spesso abusato negli ultimi anni, ma forse non esiste ancora un aggettivo che meglio descrive il potere trasformativo dell’innovazione digitale tanto quanto questo. In Italiano, possiamo tradurlo con “di rottura”, e descrive un elemento o processo innovativo che crea un nuovo mercato, rendendo obsoleto quello precedente.  

Per un professionista oggi è fondamentale conoscere quali sono gli elementi che possono innescare tale fenomeno e le tecniche per gestirlo. A questo proposito, occorre approfondire i principali modelli di analisi strategica e di supporto decisionale e il ruolo che l’IT vi gioca. Parliamo ad esempio delle relazioni tra Business Strategy, IT Strategy e Digital Strategy, le diverse declinazioni di quest’ultima e le tipologie di business model “digital-enabled”, tra cui i Digital Multisided Platform Business Model

  1. Metodologia Agile  

Abbiamo già sottolineato come il rapido cambiamento imposto dalla trasformazione digitale implichi anche un approccio adeguato. A questo corrisponde un modello organizzativo che può essere identificato nell’Agile Enterprise, un’architettura aperta, orizzontale e flessibile

Chi utilizza la metodologia agile pone l’accento su valori diversi rispetto a quelli tipici di una struttura tradizionale: le persone e le loro interrelazioni vengono prima di processi e strumenti, intuitività e funzionalità di un prodotto o servizio sono più rilevanti della documentazione esplicativa, viene incoraggiata la collaborazione con il cliente anziché la negoziazione di un contratto, si asseconda il cambiamento anziché attendersi a rigidi piani di lungo termine.  

  1. Open innovation 

Il concetto di open innovation è stato coniato quasi un quarto di secolo fa dall’economista statunitense Henry Chesbrough. Lo studioso, nonché Faculty Director del Garwood Center for Corporate Innovation in California, descrive un modello di innovazione secondo cui le aziende hanno bisogno di collaborare con risorse esterne (come centri di ricerca, laboratori universitari, fornitori, consulenti, start-up, e simili) per generare più valore e aumentare la propria competitività sul mercato. 

I manager che conoscono i principi di open innovation e le sue strategie, dalle hackaton agli incubatori aziendali fino alle vere e proprie acquisizioni, sono capaci di analizzare come certi attori esterni possano contribuire al successo della propria impresa, forgiare collaborazioni rilevanti e accelerare quindi il processo di innovazione interno, con altrettante ricadute positive al di fuori delle quattro mura aziendali.