THE FUTURE OF MANAGEMENT

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Competenze manageriali: quelle per eccellere nel futuro

competenze manageriali
08 Set 2020

Nel contesto socio-economico in cui stiamo vivendo competenze manageriali come l’adattabilità, l’innovazione e la flessibilità sono fondamentali per poter svolgere il proprio ruolo in azienda e guidarne la ripresa o rafforzarne la crescita. Questo vale in tutti i settori: ci sono infatti delle abilità che vengono richieste ai manager di oggi e di domani a prescindere dall’area in cui operano e si tratta soprattutto di soft skill, spesso trascurate ma essenziali quando si parla di posizioni di alto livello. A queste se ne aggiungono altre, ugualmente trasversali, legate alla digital innovation.   

Competenze manageriali e professioni più pagate 

Più si risale la scala gerarchica dei ruoli aziendali, più questo genere di competenze manageriali è preteso e anche ben pagato perché fa la differenza in un contesto in cui le skill tecniche sono spesso considerate scontate o più facili da acquisire rispetto a quelle soft, riguardanti le attitudini e il mindset della persona. Saper collaborare e far collaborare diventando un coordinatore agile e attento e dotato di una visione generale strategica è essenziale per assicurare un buon funzionamento del team e garantirsi una leadership non basata sul ruolo ma su un reale consenso costruito del day by day. Un buon manager sa anche conciliare i risultati aziendali e il benessere dei propri collaboratori valorizzandone le competenze e combinandole guidato dai principi di efficacia e di complementarità, senza mai trasmettere stress. Di fronte agli imprevisti, infatti, gli si richiede un atteggiamento proattivo ed equilibrato e la capacità di gestire la complessità in modo agile.     

Se si guarda la classifica delle posizioni aperte con stipendi più alti stilata nel 2019 da Glassdoor, uno dei più grandi siti per la ricerca di lavoro e recruiting al mondo, quasi la totalità di quelli al vertice sono ruoli manageriali, a conferma di come siano preziose le competenze ad essi legate. Al primo posto troviamo ad esempio il General Manager (€86,773 all’anno) seguito dal Regional Sales Manager (€60,442) e dal Commercial Manager (€58,796). L’unico ruolo non manageriale tra i primi dieci più pagati è quello del Solutions Architect, da sottolineare invece il primo posto conquistato dei Project Manager tra quelle posizioni non tanto più pagate ma più ricercate. 

Cavalcare la digital transformation 

Nel mappare le competenze manageriali più richieste non si può ignorare l’Innovazione digitale, una quarta rivoluzione industriale dagli effetti profondi e trasversali sia sulle imprese che sul mondo del lavoro. Per restare competitivi è ormai d’obbligo saper fare un utilizzo strategico delle delle wave tecnologiche (AI e machine learning, blockchain, Industry 4.0, big data, cloud computing, IoT, digital manufacturing) per creare nuovi prodotti, servizi e business model. Alla luce della profonda evoluzione di paradigmi, tecniche e strumenti di lavoro, diventa inevitabile una revisione dei processi aziendali per cui serve quella sensibilità imprenditoriale che sappia cogliere opportunità di business combinando sapientemente trend innovativi esterni con risorse e competenze interne. 

Dare senso alla sovrabbondanza di opportunità   

Per dettare le priorità tra le tante nuove opportunità di business createsi il manager deve “innovare la propria capacità di innovare” gestendo in modo originale l’integrazione tra innovazione e design, entrambe competenze manageriali e non più specifiche solo di alcune professioni. È digitale il nuovo contesto in cui si opera e, grazie alla design innovation le scelte devono essere orientate alla creazione di nuove soluzioni per i clienti i cui atteggiamenti però stanno rapidamente cambiando. Diventa quindi necessario estendere le competenze manageriali per saper fare leva sulle tecnologie digitali e creare nuovi business model attraverso metodologie sistematiche (Lean Startup Approach e Agile Development) in una modalità sempre più aperta alla cooperazione. Questo nuovo approccio collaborativo valica i confini dell’azienda sfociando nell’open innovation e richiede al manager di saper riconoscere come e quando le startup possano creare valore per l’impresa catalizzando il processo di disruptive innovation. 

Comprendere e gestire l’innovazione   

Per garantirsi un vantaggio competitivo sostenibile per un manager è imprescindibile sviluppare una mentalità analitica nell’approccio ai problemi di business riconoscendo il ruolo chiave di big data, intelligenza artificiale e machine learning nella creazione di soluzioni innovative per business complessi. Oltre ai dati, nel processo di innovazione sono preziose anche le risorse e le competenze interne che devono essere necessariamente analizzate per identificare le leve di trasformazione, e poi gestite alla luce dei trend esterni, per cogliere con prontezza le nuove opportunità. Le nuove tecnologie giocano un ruolo chiave nella revisione dei processi aziendali e quindi anche del concetto di leadership che nel “new normal” richiede al manager di generare dei piani di ingaggio per le proprie risorse integrando il piano fisico con quello digitale.